Nasco a Genova nel 1961.
Passo la mia infanzia e parte dell’adolescenza a Padova, città che influirà positivamente nel mio modo di essere e dove sono ritornata a vivere. Lascio Padova per Genova nel 1976 e, finiti gli studi, comincio subito a lavorare come impiegata.
Per un periodo di circa dieci anni ho cantato, a livello amatoriale, in alcuni gruppi della miacittà che suonavano pop/rock/funky/jazz esibendomi anche diverse volte in alcuni locali cittadini.
Ho sempre avuto la passione di scrivere, ma solo tre anni fa comincio a farlo seriamente dopo aver ricevuto commenti entusiastici da alcuni miei conoscenti scrittori.
Ho pubblicato in self-publishing il romanzo “Io comunque sono Paola” che racconta la mia vita intensa suddividendola per eventi, emozioni, sensazioni, ricordi e sentimenti. Per questo libro ho ricevuto una menzione per l’importanza letteraria e culturale dal Concorso Internazionale Città di Cattolica.
“Alla fine, il silenzio”, invece, narra le vicende di due famiglie veramente esistite che ho riunito in un’unica sola storia raccontando i fatti reali e usando come collante, la fantasia.
“Il Serial Killer” pubblicato con PAV Edizioni è il mio primo noir con protagonista la D.ssa Altosole, psicologa e criminologa che collabora con la sezione omicidi della Questura di Genova. In questo libro devono catturare un assassino seriale che lascia dei biglietti sulle vittime, enigmi da decifrare, che porteranno alla vittima successiva. La d.ssa si innamora di un poliziotto spezzino, Daniele, che poi diventerà molto importante nella sua vita.
Ho scritto un altro libro di racconti ancora inedito, con le illustrazioni d imio fratello, pittore conosciuto.
Sono stata sposata due volte e ho un figlio di 37 anni. Vivo da sola con la mia dolcissima border collie Paffy.
Isabella è una bellissima ragazza di vent'anni che, alla fine della Seconda guerra mondiale , deve fuggire da Pola perchè figlia e nipote di due "ustascia" che, invece, rimarranno per salvare il loro onore e verranno uccisi nelle foibe dalle truppe del maresciallo TITO.
Isabella è uno spirito libero e riesce difficilmente a sottostare alle regole dettate dalla zia a cui è stata affidata dal padre, suo unico punto di riferimento affettivo assieme alla sorella più piccola.
Sulla nave che la porterà a Genova conoscerà Leon, un affascinante zingaro, aspirante pittore, di cui si innamorerà follemente e che seguirà, scappando, a Parigi.
La storia racconta di tutta la vita di Isabella, una vita di amori straordinari e di immensi dolori vissuti prima sullo sfondo diu'Europa in ricostruzione dopo le distruzioni causate dalla guerra, e successivamente in un'epoca di forti cambiamenti sociali.
Un'esistenza che la porta, spesso, ad affrontare la cattiveria delle persone e la cattiva sorte, ma mai priva di sentimenti autentici: vere amicizie e veri affetti.
Una narrazione scorrevole, con molti colpi di scena, che sfiora l'anima del lettore fino alla fine, il silenzio.
Acquistabile su Amazon.
Ecco una recensione:
"
11 giugno 2021 / Alessandra Micheli
Non è sicuramente un romanzo facile.
Snello, immediato, e scritto con un linguaggio fluido e apparentemente semplice, il testo cattura il lettore e lo imbriglia in una rete da cui sarà poi difficile districarsi.
E’ un marchio sulla pelle.
E’ un ricordo lontano azzittito da un mondo che stenta a osservare il proprio passato nella folle corsa verso un futuro aleatorio.
Ma è impossibile averlo, quel futuro se non si scende a patti con il passato e con le storie quotidiane laceranti che esso ha prodotto.
E’ soltanto ascoltando quelle voci che si può davvero trovare un senso a quest’esistenza, dibattuta tra atrocità e tra presenze flebili.
Quello che ci invade e ci riempie il cuore è un novecento passato troppo veloce, troppo pregno di cambiamenti e di bestialità.
Troppo pieno di contraddizioni che per essere risolte hanno bisogno di una gran dose di coraggio e umiltà.
E pertanto, devono scavare in fondo all’animo e magari far fluire un dolore vermiglio, salvifico per quella terra arida che è la nostra coscienza.
Il passato fa male.
E pertanto lo abbiamo zittito.
Abbiamo imbavagliato la sua acuta voce.
Abbiamo smesso di udirlo, troppo intenti a correre verso un punto immafinario nell’orizzonte.
Paola De Nisco non ci sta.
Non tollera questo silenzio.
E allora con la sua fluida penna inizia a dipingere quel quadro fosco ma talmente vero da risvegliare rimembranze assopite.
E’ la storia di tanti, immortalata in una famiglia costretta all’esilio.
Costretta a lasciare dietro se ogni vantaggio e ogni traguardo.
Per una scelta, la peggiore delle scelte quella che porta alla strada ombrosa, a quella ricca di sassi acuminati, quelli che hanno ferito l’umanità.
Due fratelli in una Jugoslavia sull’orlo dell’abisso, convinta che il suo salvatore avrebbe posto un freno a ogni divisione, a ogni orrore.
Convinti che il solo modo di rinascere sarebbe stato risponde con un pugno al bastone.
Identificando il nemico fuori da se stessi e sacrificarlo in un rito salvifico di fronte al dio progresso.
E cosi i due fratelli ex ustascia ossia ex fascisti jugoslavi, coloro che si erano adornati di un simbolo convinti che li avrebbe resi superuomini intoccabili, vengono ripagati con la loro stessa moneta.
La violenza.
E cosi una parte della storia viene di nuovo mostrata ai nostri occhi con tutti i suoi funesti presagi di morte, con quegli effluvi marcescenti che si levano dalle fosse comuni.
Questo marchio influisce sulle decisioni di un intera famiglia.
Che tenta di ritrovare un apparente serenità in modi diversi chi appoggiando un certo perbenismo borghese, chi una stabilità quasi statica e chi desidera mordere la vita per scordarsi quel marchio di morte.
Eleonora e Isabella divengono non solo gli archetipi della rinascita post bellica, ma anche i simboli di una vita che, presa di mira dal male tenta, a volte invano di ricostruirsi.
Cosi come tentava di fare l’Europa lacerata e vilipesa dalla guerra civile, dall’epurazione, da quel marchio orrendo che portò con se la dittatura. Sconvolgimenti che lavorano sull’animo delle due sorelle e che le portano a compiere le proprie scelte…
Isabella sarà la forza di un mondo che non intende più sottomettersi al pregiudizio e al comando, costi quel che costi.
Che vivrà una vita forse di eccessi, ma decisa a berla fino alla fine, nella disperata ricerca di una serenità che forse, passiamo trovare solo alla fine del viaggio, quando sulla soglia del tramonto arriva a calmare il cuore il grande silenzio.
Un libro commovente, intenso, bellissimo.
Uno spaccato di storia e di storie con quella dolcezza un po’ amara di chi fino alla fine spera in una redenzione.
Questo è il mio primo libro, quello che mi ha dato la voglia di continuare a scrivere.
E' la storia della mia vita difficile e intensa con tanti momenti dolorosi a contatto con persone particolari che mi hanno fatto diventare quella che sono oggi.
Non è un'autobiografia narrata in sequenza, ma ogni capitolo racconta un momento, un ricordo, un'emozione, un pensiero.
Questa autobiografia ha la capacità di toccare le corde di ognuno di noi.
In vendita su Amazon.
Ecco una recensione:
"
LEI COMUNQUE E’ PAOLA
Questo libro di Paola De Nisco è un’appassionante autobiografia che sembra avere un andamento circolare: parte dalle origini per ritornare alla fine al punto di partenza e trascina piacevolmente il lettore in quest’altalena di ricordi che ruotano intorno alla protagonista. La Storia che ha coinvolto tutti noi in questi ultimi decenni, con i suoi risvolti sociali, civili, politici, si intreccia con le “storie” degli attori della vicenda, riflettendosi nei loro sentimenti, nelle loro azioni, nelle loro reazioni a tutto quello che accade intorno a loro.
L’esperienza di Paola (o comunque della protagonista) viene descritta a trecentosessanta gradi: la parabola dell’amore, un amore intenso, sofferto, spregiudicato, incurante delle regole e dei condizionamenti esterni, sembra essere un po’ il cuore della trama. La figura contrastata e contrastante di Carlo, quella tragica e penosa di Alessandro, i compromessi sentimentali, i tradimenti si alternano al racconto dell’impegno politico e sociale della protagonista, che imbocca non di rado il tunnel dell’incomprensione e della disillusione, come nel passaggio dalla prima alla seconda repubblica che si rivela tutto sommato abbastanza deludente rispetto alle aspettative. Resta alla fine il caparbio desiderio di rivendicare il diritto di scegliere, che comunque è un’arte che si impara con il tempo e con le esperienze, soprattutto quelle negative.
E ancora la volontà irrefrenabile di dimostrare, a se stessi più che agli altri, che si è in grado di fare grandi cose, combattendo con tenacia la tentazione di cedere a una “tranquilla disperazione”. Ma ecco che nella parabola della narrazione si ritorna alle radici e allora le persone, i genitori, i nonni, le cui figure erano state tratteggiate dalla nostra Paola all’inizio, ritornano in primo piano assumendo contorni ben precisi e gettando luce anche sulla vita della protagonista. In particolare, la figura della madre, vittima di una profonda depressione che costringe tra l’altro la stessa figlia a vagare per ritrovare una sistemazione esteriore e un equilibrio interiore, tocca il punto forse più patetico del libro.
Ed anche quella della nonna, il cui tenero ricordo si materializza nell’ “orologio magico” lasciato in eredità alla nipote. Non meno interessanti le figure degli uomini che la protagonista ha amato e delle amiche con le quali ha condiviso pensieri, esperienze, tradimenti. Una curiosa notazione personale, che l’autrice spero mi consentirà: leggendo queste pagine mi andavo a mano a mano accorgendo di essere un po’ l’esatto contrario della protagonista: lei, libera in tutte le sue espressioni, io legato a mille condizionamenti e conformismi in tutti i campi; lei, ribelle dal profondo soprattutto contro le ingiustizie e le discriminazioni; io, remissivo e tollerante fino all’esasperazione; lei, ostile ai compromessi politici e al moderatismo perbenista; io convinto democristiano (ancora oggi); lei, circondata da una famiglia numerosa e abituata a cercarsi da sola un briciolo d’amore; io, figlio unico viziato ed esonerato da ogni e qualsiasi responsabilità.
Che dire allora: fare a pugni con Paola? Finirei k.o.! Ma come non ammirare e apprezzare un libro scritto con tanto cuore, con tanta passione, con tanta abilità narrativa? Non si può fare altro che dire: brava Paola, questa comunque sei proprio tu.
"Il Serial Killer" è il primo caso in cui troviamo impegnata la D.ssa Francesca Altosole, detta Chicca, psicologa e criminologa di 40 anni, vedova.
Chicca collabora con il vicequestore della sezione omicidi di Genova, Sergio Franceschi, collega e amico del marito deceduto in servizio.
La d.ssa Altosole ha uno studio di psicoterapia a Genova, nella centrale via XX settembre che condivide con Monica, anche lei psicologa, sua amica fino dai tempi del liceo.
Tutto ha inizio con il rinvenimento del cadavere di una giovane donna, nuda e senza documenti, strangolata con una corda e abbandonata all'interno di una barca.
L'assassino "gioca" con gli investigatori lasciando sul cadavere un biglietto con un enigma, la cui soluzione porterà alla vittima successiva.
Questo "gioco" a volte pericoloso, condurrà alla cattura del colpevole, ma quante persone verranno uccise prima che la dottoressa e il vicequestore riescano a trovarlo?
Chicca, durante le indagini, conosce un poliziotto della sezione omicidi di Spezia di cui si innamora sconsideratamente, ricambiata.
Che ne sarà della loro storia d'amore?
Potete acquistarlo sia su Amazon che presso il sito: www.pavedizioni.it
Questo titolo è il primo di una serie: i prossimi noir con gli stessi investigatori saranno "Veleno per topi" e "Le dieci copie".
Ecco una recensione:
9 dicembre 2021 / Alessandra Micheli
Ho avuto la fortuna di conoscere la bravura di Paola grazie a un libro che si pone tra la narrativa storica e quella di formazione: alla fine il silenzio.
E ho apprezzato ( come non potevo apprezzare) la capacità dell’autrice di approfondire l’interiorità dei personaggi a tratteggiare con grazia e rispetto un periodo storico davvero particolare.
Ed è stato questo rispetto per eventi tragici, cruenti e difficili a farmi innamorare di quello stile elegante, distinto e al tempo stesso potente capace di scuotere e commuovere anche il mio gelido cuore.
Ma davanti a un thriller, di quelli veri, quelli che affrontano il peggior male possibile mi sono bloccata: come poteva la sua eleganza sposarsi con una trama cosi cruda?
Impossibile.
O almeno cosi pensavo.
E per fortuna l’impossibile, in letteratura non esiste.
Chi ha talento è capace di stravolgere le regole e di piegare ogni struttura narrativa al suo volere.
E pertanto, questo libro diviene un opera capace di sposare ogni “cliché” del genere con una capacità descrittiva mutuata dalla narrativa.
E Paola con la delicatezza che la contraddistingue, con quella classe indiscussa ci porta attraverso l’abisso oscuro di uno dei peggiori soggetti psichiatrici: il serial killer.
Cosa fa diventare un essere umano capace di omicidi di cotal genere?
E’ questa la domanda che si pone e ci pone Paola.
E tenta di rispondere attraverso i fatti: il serial killer è colui capace di infrangere il limite che ci separa da un oscurità attraente e pericolosa, laddove sprofondare significa negare ogni elemento tipico dell’essere umano: empatia, compassione, solidarietà e tenerezza.
Non interessa tanto il racconto, quindi dell’evento sanguinoso, quanto la spiegazione di un perché che sfugge a ogni tentativo di comprensione, a ogni sforzo di renderlo ineleggibile, chiaro e pertanto modificabile.
Soltanto la conoscenza dei meccanismi inconsci che portano un essere apparentemente equilibrato verso la sfrenata e caotica liberazione di pulsioni e istinti distruttivo, poterebbe portarci alla risoluzione di quella rottura con il reale, proprio perché il prototipo del serial killer è semplicemente chi si pone al di fuori delle regole civili e umane.
Spersonalizza la vittima, la carica di ogni rancore, di ogni frustrazione e la immola come se fosse un capro espiatorio.
E lo mostra soddisfatto alla sua nemesi, l’investigatore, come un duplice invito: a scoprirlo e a fermarlo.
In questa messinscena simile a un rebus o a una sciarada molti hanno voluto vedere una sorta di richiesta di aiuto, un bisogno di essere ascoltato, di raccontare la propria turbe mentale che è la caratteristica di questo libro.
Paola non mette semplicemente in scena il crimine, non caratterizza soltanto un serial killer, ma tenta di definire la parte più strana e inquietante di quel tipo di crimine.
La volontà di essere raccontato, individuato e fermato.
Perché solo allora la storia può trovare sia la sua conclusione sia il suo scopo. Nella narrazione della De Nisco ogni elemento, sia le caratteristiche umane di Chicca Altosole, sia la sia volontà di uscire dalla prigionia di solitudine che si è auto imposta, hanno come fine quello di preparare il lettore per la rivelazione finale: il carnefice non è altro che una vittima che si ribella al suo ruolo e che tenta di saturare le sue ferite con una sorta di strana rivendicazione morale.
Il serial killer è disconnesso cosi tanto dal mondo reale che è incapace di assumersi la responsabilità dei suoi errori e persino del suo dolore e tenta, invano, di acquietare quelle voci interiori, quel malessere proiettandolo sull’altro.
Un altro che è quindi evanescente, completamente inesistente tanto da dover essere cancellato del tutto dalla sua distorta narrazione.
Chicca comprende che l’atto salvifico si distorce divenendo una sorta di delirio di onnipotenza, tipico di chi il dolore non lo affronta, lo sfugge, lo inganna e lo riveste di un mantello invisibile.
Per ironia della sorta è l’incontro con quest’incapacità di vivere una vita piena, capace di comprendere anche il dolore, di abbracciarlo e di non negarlo che aiuta Chicca a riprendere le briglie della sua di vita e tentare di scriverne non solo il finale ma l’intera trama.
Nonostante il suo stile sia delicato e mai eccessivo, la De Nisco riesce a inquietare seppur con pennellate di noir molto sottili, senza negare spazio alla giusta adrenalina.
Seppur a una prima lettura il suo stile apparentemente trattenuto, si comprende soltanto alla fine come, in realtà sia soltanto calibrato e equilibrato, deciso a dare spazio a molte voci senza però che esse prendano il sopravvento divenendo cacofoniche.
Il risultato è un giallo godibile, scorrevole a allarmante in un modo oserei dire classico: sedimenta dentro il lettore, con una lentezza disarmante per potersi incuneare nelle crepe di ogni anima.
Fino a invadere la mente e a restare, per molti giorni protagonista dei nostri incubi.
Per i primi dieci che si iscriveranno al sito avranno a soli 12€ + spese di spedizione i libri "Io comunque sono Paola" e "Il serial killer".
Paola De Nisco scrittrice
Copyright © 2022 Paola De Nisco scrittrice - All Rights Reserved.
Powered by GoDaddy